Nuova piattaforma web per la ricerca di appartamenti per studenti a Venezia

Articolo “Università Ca’ Foscari di Venezia” del 31/07/2020

È online la nuova piattaforma web dedicata alla ricerca di appartamenti per studenti che desiderano risiedere nel centro storico di Venezia.

L’iniziativa – promossa dalla Città di Venezia in collaborazione con le associazioni di categoria che agiscono sul territorio e i partner della rete Study in Venice di cui Ca’ Foscari fa parte – mira ad aumentare l’offerta di alloggi a disposizione degli studenti che intendano trasferirsi a Venezia a partire da settembre 2020, garantendo standard qualitativi ed eque condizioni contrattuali.

La collaborazione vuole inoltre promuovere una concezione della città che si allontani dalla monoattività turistica e che favorisca un’integrazione sempre più concreta della comunità universitaria, che non è formata esclusivamente dai circa 30.000 studenti immatricolati tra Ca’ Foscari, Iuav, Accademia di Belle Arti e Conservatorio Benedetto Marcello, ma anche da docenti, personale tecnico amministrativo e collaboratori.

Ecco VeniceApartment.com Students, una vetrina del tutto gratuita che nasce dall’esigenza di creare uno strumento specifico per la ricerca di alloggi destinati agli studenti e al mondo accademico, mettendo in contatto domanda e offerta nel settore dell’affittanza.

Con questo strumento, le organizzazioni coinvolte hanno voluto tutelare sia gli studenti, garantendo canoni agevolati e contratti di locazioni conformi alla legge, sia i locatari, attraverso strumenti specifici di garanzia per i pagamenti e gli eventuali danni.

La piattaforma  ti permette di visualizzare una lista di appartamenti selezionati, mettendo in evidenza le caratteristiche peculiari di ogni alloggio. È possibile, tra le altre cose, visualizzare foto, canone mensile, disponibilità e tutti i dettagli contrattuali che il proprietario propone.
VeniceApartment.com Students ti consentirà infine di contattare direttamente il proprietario per richiedere informazioni specifiche o per accordare un’eventuale visita dell’appartamento.

Tutte le informazioni utili agli studenti che cercano casa a Venezia e ai proprietari che hanno a disposizione un immobile e vorrebbero affittarlo sono disponibili su http://students.veniceapartment.com/it/index.html

Francesca Favaro

Studenti, migliaia per le case dei turisti

RESIDENZIALITA’ a Venezia, nasce il nuovo portale per gli alloggi studenteschi

Articolo “Il Gazzettino” Tuesday 7 July 2020

VENEZIA – Sono ben 3000 gli studenti interessati a trasferirsi stabilmente a Venezia e che hanno risposto al questionario presentato da Study in Venice, il polo internazionale della formazione superiore veneziana, di cui fanno parte le due università, Iuav e Ca’ Foscari, il Conservatorio, l’Accademia, con la partecipazione del Comune di Venezia. Study in Venice sta portando avanti il progetto sulla residenzialità degli studenti lanciato dallo Iuav lo scorso aprile, il cui protocollo d’intesa, che si pone l’obiettivo di incentivare la residenzialità a Venezia, è stato firmato da Comune, Iuav e dalle principali associazioni di proprietari immobiliari e titolari di appartamenti da locazione turistica.
Ieri mattina, a margine della presentazione della diciannovesima edizione di W.A.Ve., (acronimo per workshop di Architettura a Venezia), il rettore dello Iuav, Alberto Ferlenga ha fatto il punto sul progetto che vuole trasformare, in modo temporaneo o meno, le locazioni turistiche in case abitate da una parte dei 30mila studenti che frequentano gli atenei veneziani.
Un’opportunità anche per i proprietari, che a causa dell’emergenza Covid-19 e alla conseguente sparizione del turismo di massa, si sono improvvisamente trovati appartamenti e B&B vuoti e desolati.

La piattaforma per l’incontro fra la domanda e l’offerta di case a Venezia per gli studenti andrà on line la prossima settimana e si chiamerà Students.veniceapartment.com.

A curarla sarà Study in Venice: Per quanto riguarda il range di sostenibilità economica pro capite, gli studenti hanno indicato la cifra mensile di 250-350 euro, ha spiegato il rettore dello Iuav. Una cifra non paragonabile a quanto può fruttare una locazione turistica, ma sicuramente interessante in un momento storico in cui sia gli hotel che gli appartamenti turistici sono per lo più vuoti. Banca Intesa – ha aggiunto il rettore – ha messo a disposizione, all’interno del progetto sulla residenzialità, dei prestiti d’onore e speciali condizioni assicurative per gli alloggi. Alberto Ferlenga ha anche annunciato che lo scambio di sedi universitarie, alla pari, tra Ca’ Foscari e Iuav, con la prima che prenderà possesso dell’ex convento delle Terese e la seconda che si sposterà invece in quello di San Sebastiano, dovrebbe andare a buon fine entro settembre. Il mandato del rettore di Ca’ Foscari, Michele Bugliesi scadrà a settembre – ha aggiunto Ferlenga – quindi vorremmo che lo scambio avvenisse entro quella data. A San Sebastiano lo Iuav vorrebbe riunire tutte le attività didattiche del Dipartimento di Progettazione e Pianificazione e una parte di Arti.

Claudia Meschini

Case turistiche agli studenti «Mai viste tenute così bene»

Articolo della “Nuova Venezia” del 29 Luglio 2020

Didonna (Iuav): «La qualità è migliore di quelle che troviamo di solito» I proprietari stanno cominciando a proporre le stanze agli universitari

I proprietari di alcune locazioni turistiche hanno iniziato a postare sul sito students.veniceapartment.com gli appartamenti da affittare agli studenti per almeno un anno, a partire da settembre.

Le prime impressioni degli studenti sono che il prezzo delle case non è cambiato, ma c’è un salto gigante di qualità su come sono tenute.

Per rientrare nelle indicazioni contenute nel protocollo firmato dagli atenei veneziani, dal Comune e dai proprietari di locazioni turistiche che vogliono affittare a universitari, il costo delle case dovrebbe essere tra i 250 e i 350 euro, mentre adesso è più verso i 400. «Monitoreremo il sito affinché i prezzi siano quelli pattuiti», ha detto il rettore Alberto Ferlenga, «Qualche eccezione ci può essere, ma in linea generale devono essere rispettati gli accordi, altrimenti interverremo».

Ieri tutti i soci di Abbav (associazione B&B e affittacamere a Venezia) hanno ricevuto la documentazione su come partecipare al progetto Study in Venice, il consorzio di atenei che racchiude Università Iuav e avviato insieme a Ca’Foscari, Accademia di Belle Arti e Conservatorio. Nei prossimi giorni quindi il numero di offerte, ora solo di una decina, dovrebbe aumentare. «In questo momento gli studenti sono perplessi se tornare a Venezia o meno perché le lezioni sono in parte online», spiega Rossana Didonna, rappresentante degli studenti dell’Università Iuav, «Tuttavia tra le case che siamo abituati a vedere e quelle che hanno iniziato a postare sul sito c’è un abisso. Quelle che in genere troviamo noi studenti cadono letteralmente a pezzi, mentre queste sono tenute davvero bene. L’anno scorso prima di trovare una casa decente ne ho viste 48». I prezzi sono rimasti più o meno invariati agli attuali: una singola dai 450 ai 650 euro e per una doppia (in nero) 250, regolare dai 300 ai 400 euro, ma le strutture sono decisamente migliori. «La speranza degli studenti è che si abbassino almeno un pochino, ma la prima impressione è molto positiva», conclude Didonna, «Il senso del progetto è che ci si possa stare più di un anno. Sicuramente delle case così con dei prezzi agevolati come previsto possono aiutare a ripopolare il centro storico».

Bocciata invece l’iniziativa da Matelda Bottoni, segretaria provinciale dell’Unione Inquilini che sostiene che in questo modo non siano rispettati i Patti territoriali, un accordo per determinare gli affitti sottoscritto dalle associazioni degli inquilini e dei proprietari più rappresentativi nel 2018 che include anche il modello per la coazione abitativa studenti universitari: «In questo modo chi ha le locazioni fa quello che vuole e decide i prezzi e il sito diventa una sorta di agenzia immobiliare», spiega Bottoni, anche se Ferlenga ribatte dicendo che invece i patti sono rispettati. Nelle prossime settimane si vedrà se l’iniziativa avrà successo o meno. Di sicuro per vederne l’efficacia bisognerà aspettare anche un periodo migliore: «Di solito l’affitto dovrebbe essere il 40% della spesa per vivere, mentre a Venezia è dell’80%», conclude Didonna, «Quasi tutti noi studenti lavoriamo se vogliamo vivere qui. Speriamo che i prezzi calino un po’ perché non siamo turisti e possiamo dare molto alla città».

Nasce Students.Veniceapartment.com , uno strumento al servizio degli studenti

VeniceApartment.com Students nasce dall’esigenza di creare uno strumento specifico per la ricerca di alloggi destinati agli studenti e al mondo accademico.

Il progetto è stato fortemente voluto dal Comune di Venezia insieme alle Università di Venezia (IUAV, Ca’ Foscari), dal Conservatorio di Venezia, dall’Accademia delle Belle Arti di Venezia e dalle associazioni di categoria.
Crediamo nella possibilità di coinvolgere sempre più soggetti che contribuiscano a rendere più efficace ed efficiente il portale, garantendo un risultato utile in termini di beneficio per il territorio.

Grazie ad una pluriennale esperienza nell’ambito delle offerte di locazioni turistiche siamo riusciti a sviluppare una piattaforma innovativa e affine alle esigenze dei giovani studenti alle prese con la ricerca di un alloggio.

Le organizzazioni coinvolte con questo strumento hanno voluto tutelare sia gli studenti garantendo canoni agevolati e contratti di locazioni conformi alla legge, sia i locatari attraverso strumenti specifici di garanzia per i pagamenti e gli eventuali danni.

Visita il sito:
http://students.veniceapartment.com

Locazioni turistiche e Residenzialità a Venezia

Implicazioni della tassa di sbarco e del regolamento edilizio: incontro pubblico aperto ai cittadini.

Un incontro dedicato al dibattito sul ruolo e l’importanza delle locazioni turistiche nell’economia veneziana.

Rappresentano davvero – come affermano sensazionalisticamente alcuni – un ostacolo alla residenzialità? O piuttosto la sostengono, attuando una redistribuzione sui cittadini della ricchezza creata dal Turismo?

Il dibattito sulla tematica si svilupperà attorno a 2 direttive, entrambe riguardanti la regolazione del fenomeno:

– Il Regolamento Edilizio Comunale

– La “Tassa di Sbarco”, di imminente introduzione

L’incontro è organizzato da:

ABBAV
Confedilizia
A.G.A.T.A.
FIAIP
ADIFER Nordest

En: Associazioni unite sul codice identificativo voluto dalla regione

Ma le locazioni turistiche sono normate dalla legge statale: no a prescrizioni urbanistiche dei comuni in materia edilizia e igienico-sanitaria

“Il codice identificativo s’ha da fare”. Sarà introdotto con il Pdl regionale n.358 che va a modificare la L.14 giugno 2013 e su questo c’è pieno accordo tra le associazioni del settore e l’ente regionale. A.G.A.T.A, ABBAV, CONFEDILIZIA, FIAIP, ABIT e FIMAA hanno infatti espresso pieno consenso “in merito alla proposta di creazione di un codice identificativo esteso e applicato a tutte le tipologie di turismo, siano esse strutture ricettive classificate o semplici locazioni”.

Quello che però secondo le associazioni si dovrebbe anche fare è allargare l’obbligo di richiedere autorizzazioni e codici di identificazione ai portali e ai siti internet che oggi, pubblicando senza controllo qualsiasi inserzione, “sono complici nell’esercizio di attività turistiche irregolari”.

E’ questa una delle questioni che abbiamo rilevato nel corso dell’incontro che si è tenuto in regione con l’assessore regionale al Turismo Federico Caner e i tecnici che stanno ottimizzando il nuovo progetto di legge.

Altro punto sul quale abbiamo voluto porre l’attenzione riguarda la definizione, con relative competenze legislative, della locazione turistica e di chi può legittimamente operare nel settore.

Ricordando che le locazioni “non sono strutture ricettive ma immobili privati, a destinazione abitativa, già normati dal Codice Civile, dalla Legge Statale 431/98 e dall’art. 53 del D.Lgs. 79/2011 Codice del turismo, materia quindi non di competenza regionale ma esclusivamente statale, per non sollevare contenziosi con i comuni su prescrizioni urbanistiche e igienico-sanitarie, abbiamo chiesto la soppressione del comma 2, art 1 del Pdl o la sua modifica in modo tale da salvaguardare gli intendimenti regionali senza interferire con problematiche edilizie con i comuni.

Per quanto riguarda la gestione delle locazioni turistiche, abbiamo proposto di inserire nel Pdl un paragrafo che riconosca in modo chiaro il ruolo delle Agenzie immobiliari abilitate e in possesso di regolare codice identificativo (che si è chiesto di rendere unico per tutti gli immobili gestiti da un’unica agenzia) che espletano la propria attività per mandato o conferimento d’incarico.

A.G.A.T.A. e le altre associazioni presenti all’incontro si sono infine espresse sull’attività di controllo del comune nelle locazioni turistiche e sulle sanzioni previste.

Per quanto riguarda la vigilanza dell’ ente affinché non ci siano violazioni della nuova norma abbiamo rilevato che tale attività di controllo non può esser esercitata, come scritto nella prima bozza del Pdl “anche mediante l’accesso dei propri incaricati” in quanto “le locazioni sono svolte in immobili privati, non aperti al pubblico. L’accesso quindi non è consentito”.

Sulle sanzioni, ritenute sproporzionate rispetto ad altre tipologie di ospitalità, abbiamo chiesto un’adeguata riduzione.

Associazioni unite sul codice identificativo voluto dalla regione

Ma le locazioni turistiche sono normate dalla legge statale: no a prescrizioni urbanistiche dei comuni in materia edilizia e igienico-sanitaria

“Il codice identificativo s’ha da fare”. Sarà introdotto con il Pdl regionale n.358 che va a modificare la L.14 giugno 2013 e su questo c’è pieno accordo tra le associazioni del settore e l’ente regionale. A.G.A.T.A, ABBAV, CONFEDILIZIA, FIAIP, ABIT e FIMAA hanno infatti espresso pieno consenso “in merito alla proposta di creazione di un codice identificativo esteso e applicato a tutte le tipologie di turismo, siano esse strutture ricettive classificate o semplici locazioni”.

Quello che però secondo le associazioni si dovrebbe anche fare è allargare l’obbligo di richiedere autorizzazioni e codici di identificazione ai portali e ai siti internet che oggi, pubblicando senza controllo qualsiasi inserzione, “sono complici nell’esercizio di attività turistiche irregolari”.

E’ questa una delle questioni che abbiamo rilevato nel corso dell’incontro che si è tenuto in regione con l’assessore regionale al Turismo Federico Caner e i tecnici che stanno ottimizzando il nuovo progetto di legge.

Altro punto sul quale abbiamo voluto porre l’attenzione riguarda la definizione, con relative competenze legislative, della locazione turistica e di chi può legittimamente operare nel settore.

Ricordando che le locazioni “non sono strutture ricettive ma immobili privati, a destinazione abitativa, già normati dal Codice Civile, dalla Legge Statale 431/98 e dall’art. 53 del D.Lgs. 79/2011 Codice del turismo, materia quindi non di competenza regionale ma esclusivamente statale, per non sollevare contenziosi con i comuni su prescrizioni urbanistiche e igienico-sanitarie, abbiamo chiesto la soppressione del comma 2, art 1 del Pdl o la sua modifica in modo tale da salvaguardare gli intendimenti regionali senza interferire con problematiche edilizie con i comuni.

Per quanto riguarda la gestione delle locazioni turistiche, abbiamo proposto di inserire nel Pdl un paragrafo che riconosca in modo chiaro il ruolo delle Agenzie immobiliari abilitate e in possesso di regolare codice identificativo (che si è chiesto di rendere unico per tutti gli immobili gestiti da un’unica agenzia) che espletano la propria attività per mandato o conferimento d’incarico.

A.G.A.T.A. e le altre associazioni presenti all’incontro si sono infine espresse sull’attività di controllo del comune nelle locazioni turistiche e sulle sanzioni previste.

Per quanto riguarda la vigilanza dell’ ente affinché non ci siano violazioni della nuova norma abbiamo rilevato che tale attività di controllo non può esser esercitata, come scritto nella prima bozza del Pdl “anche mediante l’accesso dei propri incaricati” in quanto “le locazioni sono svolte in immobili privati, non aperti al pubblico. L’accesso quindi non è consentito”.

Sulle sanzioni, ritenute sproporzionate rispetto ad altre tipologie di ospitalità, abbiamo chiesto un’adeguata riduzione.

En: Tassa di Soggiorno: le nuove proposte del Comune

A.G.A.T.A tra le associazioni dell’Osservatorio Permanente

Nel 2011 erano solo una decina i comuni italiani in cui si richiedeva ai turisti di pagare la tassa di soggiorno. Nel 2018 sono 800.

A Venezia, nelle locazioni turistiche, da inizio 2018 viene calcolata sulla base del regime catastale.

L’amministrazione sta valutando ora altri cambiamenti e ha istituito un Osservatorio permanente formato dall’Amministrazione Comunale e dalle Associazioni maggiormente rappresentative dei titolari delle strutture ricettive sul territorio al fine di monitorare gli effetti dell’applicazione dell’imposta di soggiorno e di considerare eventuali proposte correttive per ottimizzare aspetti normativi e legislativi in fieri.

A.G.A.T.A, in quanto associazione che rappresenta la maggior parte degli operatori immobiliari specializzati in locazioni turistiche a Venezia, ne fa parte.

Pur essendo concorde con l’impostazione generale dell’amministrazione, la nostra associazione ha rilevato alcune problematiche arrivando ad avanzare specifiche richieste.

La prima riguarda l’impegno di riscossione dell’imposta che ci è stato attribuito e che rappresenta per noi un onere con responsabilità penali e civili oltre che una serie di piccole spese di commissione se la tassa di soggiorno viene pagata con carta di credito.

Pur sorvolando sul fatto che in altri ambiti il servizio di riscossione per conto terzi (ad esempio quando rinnoviamo l’abbonamento, compriamo un biglietto o paghiamo le bollette dal tabaccaio) viene compensato con una piccola percentuale sul totale, ci sembra assurdo che, in epoca digitale e con tutti gli strumenti a disposizione, l’amministrazione non possa introitare direttamente la tassa di soggiorno.

Basterebbe una semplice app per sollevarci dall’incombere di rischi e sanzioni.

Per una questione di coerenza e di equità A.G.A.T.A ha poi chiesto che le riduzioni d’imposta riconosciute a tutte le strutture ricettive in determinate situazioni, località e periodi dell’anno, siano riconosciute anche alle locazioni turistiche, escluse con un apposito e chiaro comma che abbiamo chiesto di abolire (comma 6 art.5).

Le riduzioni riguardano strutture ubicate in terraferma (-30%), nelle isole di Venezia con esclusione del centro storico, della Giudecca e delle isole dedicate in via principale alla funzione ricettiva (-20%), i pernottamenti nel periodo di bassa stagione (-30%) e i giovani con età compresa dai 10 ai 16 anni (-50%).

Si tratta di agevolazioni che riguarderebbero in ogni caso solo la terraferma e alcune isole ma che siano previste per ogni forma di struttura ricettiva e non per le locazioni turistiche ci è parsa una scelta discriminatoria sulla quale non si doveva soprassedere.

L’ultima richiesta riguardai infine la definizione dell’imposta di soggiorno sulla base del regime catastale introdotta a inizio anno dal Comune di Venezia.

Agata aveva a suo tempo manifestato le proprie perplessità in merito ritenendo che le differenziazioni tra le locazioni turistiche sulla base di questo parametro risultano poco chiare e trasparenti in quanto il patrimonio urbano di Venezia non è aggiornato e non esiste di fatto l’obbligo di dichiarare l’accatastamento delle abitazioni.

A un anno dall’applicazione dell’imposta di soggiorno riformata è stato chiesto di aver notizia di come sono andate le cose. Il passaggio al nuovo parametro è risultato conveniente per l’amministrazione? Sono insorte delle problematiche o difficoltà nel mantenerlo?

Infine le novità della tassa di soggiorno sulle quali c’è pieno accordo con l’amministrazione.

La prima riguarda l’introduzione dell’imposta di soggiorno anche per i turisti che decidono di prenotare negli ostelli, strutture che hanno negli ultimi anni cambiato filosofia e sono di fatto diventati business.

A Mestre c’è un intero quartiere di ostelli. Fotografano un trend in ascesa, offrono sempre maggiori servizi che non guardano più solo a giovani squattrinati che vogliono girare il mondo ma alle famiglie e alle coppie, per le quali rappresentano ormai un’alternativa al classico hotel.

Ovviamente A.G.A.T.A. concorda anche sulle esenzioni proposte per una categoria di persone quali i disabili, i volontari che nel sociale offrono il proprio servizio in città in occasioni di eventi e manifestazioni organizzate dall’amministrazione comunale o per emergenze ambientali, coloro che assistono degenti ricoverati presso strutture sanitarie site nel territorio comunale, gli autisti di pullman e gli accompagnatori turistici che prestano attività di assistenza a gruppi organizzati formati da almeno 25 persone, il personale appartenente alle Forze Armate, alle Forze dell’Ordine e ai Vigili del Fuoco che soggiornano per esigenze di servizio.

Tassa di Soggiorno: le nuove proposte del Comune

A.G.A.T.A tra le associazioni dell’Osservatorio Permanente

Nel 2011 erano solo una decina i comuni italiani in cui si richiedeva ai turisti di pagare la tassa di soggiorno. Nel 2018 sono 800.

A Venezia, nelle locazioni turistiche, da inizio 2018 viene calcolata sulla base del regime catastale.

L’amministrazione sta valutando ora altri cambiamenti e ha istituito un Osservatorio permanente formato dall’Amministrazione Comunale e dalle Associazioni maggiormente rappresentative dei titolari delle strutture ricettive sul territorio al fine di monitorare gli effetti dell’applicazione dell’imposta di soggiorno e di considerare eventuali proposte correttive per ottimizzare aspetti normativi e legislativi in fieri.

A.G.A.T.A, in quanto associazione che rappresenta la maggior parte degli operatori immobiliari specializzati in locazioni turistiche a Venezia, ne fa parte.

Pur essendo concorde con l’impostazione generale dell’amministrazione, la nostra associazione ha rilevato alcune problematiche arrivando ad avanzare specifiche richieste.

La prima riguarda l’impegno di riscossione dell’imposta che ci è stato attribuito e che rappresenta per noi un onere con responsabilità penali e civili oltre che una serie di piccole spese di commissione se la tassa di soggiorno viene pagata con carta di credito.

Pur sorvolando sul fatto che in altri ambiti il servizio di riscossione per conto terzi (ad esempio quando rinnoviamo l’abbonamento, compriamo un biglietto o paghiamo le bollette dal tabaccaio) viene compensato con una piccola percentuale sul totale, ci sembra assurdo che, in epoca digitale e con tutti gli strumenti a disposizione, l’amministrazione non possa introitare direttamente la tassa di soggiorno.

Basterebbe una semplice app per sollevarci dall’incombere di rischi e sanzioni.

Per una questione di coerenza e di equità A.G.A.T.A ha poi chiesto che le riduzioni d’imposta riconosciute a tutte le strutture ricettive in determinate situazioni, località e periodi dell’anno, siano riconosciute anche alle locazioni turistiche, escluse con un apposito e chiaro comma che abbiamo chiesto di abolire (comma 6 art.5).

Le riduzioni riguardano strutture ubicate in terraferma (-30%), nelle isole di Venezia con esclusione del centro storico, della Giudecca e delle isole dedicate in via principale alla funzione ricettiva (-20%), i pernottamenti nel periodo di bassa stagione (-30%) e i giovani con età compresa dai 10 ai 16 anni (-50%).

Si tratta di agevolazioni che riguarderebbero in ogni caso solo la terraferma e alcune isole ma che siano previste per ogni forma di struttura ricettiva e non per le locazioni turistiche ci è parsa una scelta discriminatoria sulla quale non si doveva soprassedere.

L’ultima richiesta riguardai infine la definizione dell’imposta di soggiorno sulla base del regime catastale introdotta a inizio anno dal Comune di Venezia.

Agata aveva a suo tempo manifestato le proprie perplessità in merito ritenendo che le differenziazioni tra le locazioni turistiche sulla base di questo parametro risultano poco chiare e trasparenti in quanto il patrimonio urbano di Venezia non è aggiornato e non esiste di fatto l’obbligo di dichiarare l’accatastamento delle abitazioni.

A un anno dall’applicazione dell’imposta di soggiorno riformata è stato chiesto di aver notizia di come sono andate le cose. Il passaggio al nuovo parametro è risultato conveniente per l’amministrazione? Sono insorte delle problematiche o difficoltà nel mantenerlo?

Infine le novità della tassa di soggiorno sulle quali c’è pieno accordo con l’amministrazione.

La prima riguarda l’introduzione dell’imposta di soggiorno anche per i turisti che decidono di prenotare negli ostelli, strutture che hanno negli ultimi anni cambiato filosofia e sono di fatto diventati business.

A Mestre c’è un intero quartiere di ostelli. Fotografano un trend in ascesa, offrono sempre maggiori servizi che non guardano più solo a giovani squattrinati che vogliono girare il mondo ma alle famiglie e alle coppie, per le quali rappresentano ormai un’alternativa al classico hotel.

Ovviamente A.G.A.T.A. concorda anche sulle esenzioni proposte per una categoria di persone quali i disabili, i volontari che nel sociale offrono il proprio servizio in città in occasioni di eventi e manifestazioni organizzate dall’amministrazione comunale o per emergenze ambientali, coloro che assistono degenti ricoverati presso strutture sanitarie site nel territorio comunale, gli autisti di pullman e gli accompagnatori turistici che prestano attività di assistenza a gruppi organizzati formati da almeno 25 persone, il personale appartenente alle Forze Armate, alle Forze dell’Ordine e ai Vigili del Fuoco che soggiornano per esigenze di servizio.

06/11/2017: Verbale incontro con assessore ai tributi Michele Zuin

Il giorno 06/11/2017, alle ore 10:20, nella Sala Giunta Grande di Ca’ Farsetti A.G.A.T.A, Abbav e Confedilizia, hanno incontrato l’assessore al bilancio e ai tributi Michele Zuin.
Erano presenti il presidente di A.G.A.T.A. Massimo Maccatrozzo, il presidente di Confedilizia Giuliano Marchi, la vicepresidente di Abbav Silvia Bosello e Tommaso Bortoluzzi.
La convocazione da parte dell’assessore è giunta su richiesta di A.G.A.T.A, al fine di affrontare i seguenti temi:

  • Aumento della tassa di soggiorno determinato, secondo quanto prevede la nuova delibera, dal regime catastale
  • Tari e ricorsi
  • Necessità di un coinvolgimento preventivo delle associazioni nelle decisioni dell’amministrazione

Aumento della tassa di soggiorno in base al regime catastale
In relazione al primo punto il presidente di A.G.A.T.A. Massimo Maccatrozzo ha esordito con due osservazioni rilevando:

– che l’ imposto aumento della tassa di soggiorno non risulta proporzionato per le locazioni turistiche in quanto queste non sono strutture ricettive e non possono erogare servizi.
– che il regime catastale non risulta un riferimento idoneo a determinare gli aumenti della tassa di soggiorno e che la metodologia di calcolo e le differenziazioni tra le locazioni sono poco chiare e trasparenti.

Il patrimonio urbano non è infatti aggiornato e il rischio è che si trovi a pagare di più un turista che soggiorna in un appartamento “ben accatastato” ma vecchio e privo delle qualità proprie di una locazione di categoria elevata piuttosto che il turista che sceglie una casa accatastata come “popolare” ma di fatto ristrutturata a nuovo con finiture di pregio.
Non solo: poichè non esiste l’obbligo di dichiarare l’accatastamento delle abitazioni, chiunque potrebbe senza remore chiedere al cliente di pagare il massimo delle quote previste a prescindere dall’effettiva tassa di soggiorno.

Ha definito “non congruo” il criterio dell’accatastamento per determinare le quote della nuova tassa di soggiorno anche il presidente di Confedilizia Giuliano Marchi, sostenendo che, a voler proprio aumentare, ci si sarebbe piuttosto dovuti riferire alla tipologia dei servizi resi nelle singole abitazioni legando il costo della tassa al costo del soggiorno.

La vicepresidente Abbav Silvia Bosello ha invece puntato sulla mancanza di trasparenza che caratterizza questo tipo di aumento rispetto al turista ribadendo che la locazione turistica non è una struttura ricettiva e non ha classificazioni o distinzioni chiare come accade per gli alberghi.

L’assessore Michele Zuin, pur riconoscendo che sul regime catastale ci sono dei limiti noti, ha sostenuto che questo rappresenta per l’amministrazione l’unico criterio possibile per dar fondatezza giuridica alla delibera, altrimenti impugnabile.
Di fronte alla richiesta delle associazioni di procedere piuttosto con una tariffa indifferenziata, ha spiegato che, ritenuto non giusto un aumento fine a se stesso e di difficile attuazione un aumento proporzionale al costo del soggiorno, l’amministrazione ha deciso di far riferimento al regime catastale rilevando che questo aumento non dev’esser percepito come un aumento per i proprietari.
Il portale del comune sarà aggiornato in modo da poter inserire i dati catastali e automaticamente restituirà il calcolo dell’imposta probabilmente già da gennaio. Nel geoportale presente nel sito del comune il turista inoltre potrà verificare di qual gruppo fa parte l’immobile scelto e il quantum dovuto.

Tari e ricorsi:
Della questione ha parlato, tra gli altri,Tommaso Bortoluzzi, ricordando che a giorni le associazioni depositeranno il ricorso contro la Tari e anticipando l’esistenza di una sentenza del Consiglio di Stato che sostiene un principio contrario a quello su cui poggia questa tassa, ossia che il turista dovrebbe in realtà pagare meno di un residente perché di fatto produce meno immondizia.

Confronti preventivi tra associazioni e amministrazione:
A.G.A.T.A ha sostenuto che sarebbe molto più produttivo e opportuno che tra le associazioni e l’amministrazione ci fosse un confronto preventivo nell’imminenza di determinati provvedimenti: lo scontro diretto o i ricorsi non fanno piacere a nessuno ma diventano necessari nel momento in cui si ritenga di subire ingiustizie.

Al termine dell’incontro, in cui quanto meno quest’ultima richiesta sembra esser stata recepita per il futuro, A.G.A.T.A., Abbav e Confedilizia hanno ribadito le proprie posizioni e la piena convinzione di portare avanti il ricorso contro la Tari.